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Visualizzazione dei post da dicembre, 2014

L'amore brucia, tormenta, e Dio quanto ci fa sentire vivi

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I pessimisti sono convinti che l'amore sia una malattia perchè rende vulnerabili, distruggendo il sistema immunitario.    Nel mezzo c'è una specie di Catullo che crede che l'amore sia forza distruttrice e negativa, ma comunque un legame indissolubile ben oltre la pura passione.    I sognatori credono ancora nel principe azzurro aspettando il ragazzo che le salvi, quasi non capendo che l'amore non è uno che insegue l'altra, ma mancanza che muove entrambi inconsapevolmente.   I realisti vedono l'amore come una formula matematica, in modo freddo e distaccato come qualcosa che accade e necessita di essere razionalizzata per non abbandonarsi all'impulsività.   I passionali credono che il sentimento debba essere alimentato dal contatto, dagli sguardi, dalla fusione di due corpi che si avventano reciprocamente come in una danza.   I rassegnati pensano che amare significhi sottomettersi all'altro, farsi dominare e provare anche un certo piace

Un abbozzo di poesia

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Prenderti nelle mie mani e coccolarti e proteggerti da ogni cosa per farti sentire a Casa, amato. - Chiara Manicone

Voglio giocare a fare il re e la regina

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Non necessariamente toglie il fiato quella relazione che fa battere il cuore al primo sguardo, fa venire le farfalle nello stomaco e il desiderio di raggiungere una persona impossibile. Nè tanto meno quella relazione fatta di vuoti e presenze lunatiche, egoismo e desiderio di compagnia nella solitudine. Quelle relazioni lasciamole a chi se le fa bastare. Io voglio di più . Voglio i baci sotto casa e quelli rubati al tempo e alle situazioni complicate, i sorrisi spontanei di gesti inaspettati. Voglio la malinconia accanto ad una spalla speciale, gli occhi in cui rivedere me stessa sotto una luce più critica. Voglio il cuore che batte per l'impazienza di altri attimi da aggiungere ai miliardi passati e le farfalle nello stomaco per aver fatto pace dopo una discussione. Voglio gli occhi che luccicano dopo un'assenza di giorni che sembrano mesi.  Io non voglio il colpo di fulmine e lo sguardo stampato nella mente per giorni. Voglio qualcosa che duri e che si riveli

Con i bambini si comunica sorridendo

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Con i bambini si comunica sorridendo.  Ti guardano con quegli occhioni enormi e accennano un sorriso quasi con vergogna. Attendono solo un altro sorriso in risposta, non se ne fanno niente delle parole i bambini. Basta quello a stabilire un contatto, a fidarsi. Nei film i clown non hanno caramelle nè una voce suadente, sorridono.  Sono convinta anche io che dal sorriso si conosce tanto di una persona, si capisce la solarità, l'allegria, la difficoltà del periodo che sta attraversando, persino quanto è capace di essere profonda.  Bisognerebbe sempre sorridere, alla cassiera che ci passa la busta, a quella commessa un po' acida, al vigile che ci aiuta ad attraversare la strada anche se lo fa solo per lavoro. E non bisognerebbe sorridere solo perchè ' un sorriso cambia la giornata ',  piuttosto per lasciare un segno in un momento circoscritto in mezzo a miliardi di persone così di fretta da aver imparato ormai a camminare solo a passo svelto.   Cos'è un sorr

Non credi che la sera sia il momento peggiore?

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È il prezzo da pagare quando la sera vai a dormire. Sei costretto a pensare alla giornata, e inevitabilmente pensi alle cose tanto belle o tanto brutte, ció che sta nel mezzo è normalità. E quindi se è una cosa tanto bella, vai a dormire con un sorrisone stampato che non ti toglie più nessuno, nemmeno la cena che odi o la scoperta di un compito all'ultimo momento. Invece ci sono giorni brutti da morire, in cui dormi proprio per non pensare. Se sei fortunato non avrai incubi, oppure la tua mente si divertirà a distorcere la realtà più di quanto non faccia già il cervello. Ti fisserai su quel pensiero e lo dividerai in mille domande, poi dubbi, poi rimpianti e alla fine lacrime, nel peggiore dei casi. Fatto sta che non te ne libererai facilmente, mentre un pensiero bello basta la notte a farlo svanire. Sì, non puoi farci nulla , se non essere consapevole che sei destinato a scontare tutto lo stress della giornata. Migliaia di fotogrammi uno dopo l'altro, uno accava

Non crediamo a chi ci dice che Peter Pan è l'eterno fanciullo

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Mi piace Peter Pan perchè insegna a crescere. Non è vero che è il prototipo di bambino che non cresce mai, l'eterno fanciullo. Peter Pan insegna a crescere rimanendo bambini dentro, perchè non è vero che si cresce con l'età. E Peter sapeva cosa significava non avere dei genitori e quanto fosse doloroso vivere 'nel mondo dei grandi', con così tante architetture fittizie e poca memoria. Gli adulti dimenticano, una volta diventati adulti. Lo diceva il Piccolo Principe che tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi si ricordano che significa vedere il mondo con quegli occhi di fanciullino. E non hanno più nemmeno la pazienza di leggere una favola, di rimboccare le coperte, di ballare, di ridere, di vedere un fiore e stupirsi, di arricciare il naso davanti ad un odore strano.  Peter Pan credo avesse paura di diventare grande e di perdere quella freschezza e quella 'ingenuità' travestita dalla voglia di rimanere sempre il bambino

Ti lasci paralizzare dall'attesa?

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Siamo soli e abbiamo paura di questo. Siamo soli perchè mai nessuno sarà in grado di sovrapporsi alla nostra anima e noi segretamente lo odieremo. Siamo soli perchè pretendiamo relazioni sincere senza accorgerci che siamo i primi a venirne meno. Siamo soli perchè cerchiamo tutta la comprensione del mondo senza capire l'altro. Siamo soli perchè preferiamo fare da soli dal momento che non ci fidiamo nemmeno di noi stessi, figuriamoci degli altri. Siamo soli perchè ogni sera ci ritroveremo sempre a pensare alla giornata e a parlare a noi stessi. Mulinelli di immagini e pensieri si intrecciano e scompaiono, e ricompaiono sotto forma di paura, molte volte. Quelli che erano bisogni diventano pretese e poi miseramente paure. Abbiamo così tanto bisogno di affetto quando questo viene meno, da pretenderlo da chi ci sta attorno perchè abbiamo il diritto di stare bene. E siamo avidi di baci, e di carezze, e di abbracci. Ne vorremmo ancora e ancora, vorremmo certezze, che q

Esistenzialismo, ovvero una vena di ottimismo

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Non ho ancora studiato Sartre o Kierkegaard che per ora rimangono nomi che nemmeno so pronunciare. Ma ho ascoltato me stessa e le complessità di noi stessi. Mi affascina la medicina, ma mi rapisce la psicologia. L'uomo è l'essere più poliedrico, l'ingranaggio più curioso, l'oggetto di studi di psicologi e psicanalisti che rimarrà sempre un mistero in fondo. Possiamo conoscere un buco nero o mandare una navicella nello spazio, d'altronde ci ha sempre affascinato ció che è distante da noi. Ma poi l'attenzione di qualsiasi questione esistenziale si è spostata sull'uomo, sul perchè della vita. Sin da quando ero piccola, credevo che fosse inutile vivere per poi morire, perchè, non nascondiamolo, siamo esseri messi al mondo per illuminarci e in men che non si dica, spegnerci. Una contraddizione, un inutile spreco per una natura che si preoccupa addirittura di giocare coi cromosomi. Ma crescendo sono arrivata a credere che esistiamo per lasciare il segn

Ho imparato ad accontentarmi

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Ho imparato ad accontentarmi non perchè effettivamente sia meglio che cercare di cambiare le cose, ma perchè forse solo rassegnandosi si riesce ad essere sereni. Ho imparato che accontentarsi evita di porre tante domande, ma forse più dubbi. Inadeguatezza, senso di vuoto, insoddisfazione. È esattamente così che ne usciamo, più confusi e incasinati di prima. Ho imparato che accontentarsi significa dilatare ció che si ha e trasformarlo in ció che si desidera.  Ho imparato che solo accontentandomi le cose più belle sembrano inaspettate e mozzafiato. Un bacio, un sorriso, un abbraccio insieme a un pianto.  Ho imparato anche a non aspettarmi nulla, nel peggiore dei casi la delusione sarà minore e non peserà così tanto come per una grande aspettativa.  Impareró sicuramente che accontentarsi nella vita serve per guardare sempre dietro di noi, ma anche come punto di partenza e come garanzia per migliorarsi. E impareró che a volte rassegnarsi non significherà gettare la spugna,

La serenità la si raggiunge bastandoci

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Felicità? Che significa? Secondo studi di psicologia la felicità è il rimpianto di qualcosa che ci ha fatto impazzire di piacere il cervello e vorremmo che riaccadesse. La chiamerei piuttosto serenità, quella condizione stabile di chi in un periodo non desidera altro, si sente appagato.  Se fosse vero che la vera serenità la si raggiunge solo 'bastandoci'? Forse hanno ragione quelli che credono che si è felici solo quando si inizia una storia d'amore con noi stessi. Ricuciamo i lembi della nostra essenza con quelli della sua ombra, ci sentiamo invincibili, ci coccoliamo e perchè no, magari scappa qualche discorso con noi stessi. Capita ai bambini di parlare con gli amici immaginari che chi sono se non l'immagine di loro stessi spinti dalla voglia di conoscersi? Poi quegli stessi bambini iniziano a vergognarsene, quando diventano grandi.  Finchè non iniziamo a confidarci con chi sia in grado di ascoltarci, non tanto di consigliarci. Il Peter Pan che è in noi riaffi