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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Solo un appello a 'carpere' il diem per davvero

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Siamo davvero capaci di "vivere l'attimo" come filosofi, scrittori e chiunque abbia vissuto troppo a lungo ci esorta a fare? Il 'carpe diem' che siamo abituati a scrivere senza capire cosa significhi o a ripetere talvolta il modo ironico potrebbe essere davvero una meta? Più vado avanti nella letteratura e nella filosofia, più leggo di gente che arrivata ad un certo punto della sua vita consiglia di godersene ogni pezzettino, quasi come monito a tutte le difficoltà che chiunque deve affrontare più o meno presto . E il paradosso è proprio che fin quando l'uomo sta bene ed è felice morirebbe pure, è appena vive i momenti di massima difficoltà che in modo nostalgico si sente di dire 'bisogna vivere la vita e qualsiasi cosa ci offre perchè tutti arriveremo al capolinea'. E allora l'uomo è capace di carpere il diem? Siamo davvero capaci o rimarrà solo la frase topica di grandi personaggi e uomini quotidiani? Io credo che l'uomo esorti gli al

Come vetro in frantumi

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C'è un momento in cui i vetri della stanza vanno in frantumi e sembra che se ne freghino della loro fragilità, si ritrovano semplici pezzi taglienti. E ci arrabbiamo con quei poveri vetri, quasi abbiano voluto farlo di loro spontanea volontà, trascurando l'infinità di piccoli ultrasuoni che costantemente li hanno bombardati per anni. Così all'improvviso ci si ritrova soli in una vita che richiede la nostra presenza in infiniti posti contemporaneamente, a scuola, con la famiglia, nei malintesi con gli amici. Pascal ci avrebbe condannati tutti. Quanto più l'uomo cerca di evadere dal pensiero della vuotezza della sua vita, tanto più egli stesso diventa oggetto di critica . Eppure l'uomo è fatto proprio così, avverte la necessità di essere felice soprattutto quando si annoia, perché la noia si sa che porta a sezionare i pensieri e ingigantire le paure. Singhiozzava al telefono e immaginavo lei in un corpicino così fragile e molle e gli occhi pieni di paura.

Non parlare al conducente?

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Il molleggiare delle ruote dell'autobus accompagna il susseguirsi di luci, case, terre in lontananza. Sarà per questo che mi piace. Sono seduta accanto all'autista quando entra una ragazza che inizia a parlargli di una sua paura. Ha una trentina d'anni e credo qualche ritardo psichico, ma è angosciata al pensiero di perdere il ragazzo che ama. L'autista le risponde di non preoccuparsi perchè solo i nostri angeli custodi sanno come andrà la nostra vita. Ho sorriso dopo aver sentito una paura tanto normale raccontata in un modo così forte, come se si trattasse di un problema più serio. Lo stesso sorriso che le ho rivolto quando con insistenza diceva di non poterlo perdere perchè con lui stava bene. Una tale ingenuitá che non riconosco più nemmeno nei bambini,  abituati a non meravigliarsi nemmeno. In quella ragazza ho visto tutta l'autenticità di sentimenti non nascosti come la gente molto spesso fa, tutta presa dall'apparire con più autocontrollo p