Non crediamo a chi ci dice che Peter Pan è l'eterno fanciullo

Mi piace Peter Pan perchè insegna a crescere.


Non è vero che è il prototipo di bambino che non cresce mai, l'eterno fanciullo. Peter Pan insegna a crescere rimanendo bambini dentro, perchè non è vero che si cresce con l'età. E Peter sapeva cosa significava non avere dei genitori e quanto fosse doloroso vivere 'nel mondo dei grandi', con così tante architetture fittizie e poca memoria.


Gli adulti dimenticano, una volta diventati adulti. Lo diceva il Piccolo Principe che tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi si ricordano che significa vedere il mondo con quegli occhi di fanciullino. E non hanno più nemmeno la pazienza di leggere una favola, di rimboccare le coperte, di ballare, di ridere, di vedere un fiore e stupirsi, di arricciare il naso davanti ad un odore strano. 

Peter Pan credo avesse paura di diventare grande e di perdere quella freschezza e quella 'ingenuità' travestita dalla voglia di rimanere sempre il bambino che credeva alla polvere di fata. Cos'è se non la determinazione nel rifiutarsi di crescere diventando inevitabilmente distratti e superficiali come i grandi? Non è vero che sono superficiali i bambini, non è vero che non conoscono ancora il mondo. Perchè il mondo lo si conosce nel momento stesso in cui si aprono gli occhi e ci si meraviglia di come una goccia di rugiada possa riflettere chi la guarda. Paradossalmente è superficiale chi non sa più sorridere davanti a quanto è accecante il sole e non ha più la sensibilità di andare accanto a chi è triste in un angolo. 

Peter Pan voleva rimanere un bambino perchè stava già crescendo, stava capendo il meccanismo del mondo reale ma preferiva l'isola che non c'è, quella che non esiste perchè nessun adulto ricorda più che significa essere bambini.

-Chiara Manicone





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