Esistenzialismo, ovvero una vena di ottimismo

Non ho ancora studiato Sartre o Kierkegaard che per ora rimangono nomi che nemmeno so pronunciare. Ma ho ascoltato me stessa e le complessità di noi stessi. Mi affascina la medicina, ma mi rapisce la psicologia. L'uomo è l'essere più poliedrico, l'ingranaggio più curioso, l'oggetto di studi di psicologi e psicanalisti che rimarrà sempre un mistero in fondo. Possiamo conoscere un buco nero o mandare una navicella nello spazio, d'altronde ci ha sempre affascinato ció che è distante da noi. Ma poi l'attenzione di qualsiasi questione esistenziale si è spostata sull'uomo, sul perchè della vita.


Sin da quando ero piccola, credevo che fosse inutile vivere per poi morire, perchè, non nascondiamolo, siamo esseri messi al mondo per illuminarci e in men che non si dica, spegnerci. Una contraddizione, un inutile spreco per una natura che si preoccupa addirittura di giocare coi cromosomi.
Ma crescendo sono arrivata a credere che esistiamo per lasciare il segno. Omero l'aveva capito quando l'uomo era appena nato, aveva capito che l'uomo combatteva per gloria. Qual era il premio di una vittoria? La gloria. E qual è la vittoria, il fine ultimo della nostra vita? La gloria, direi. La vita è come una guerra, per altri una battaglia, ma chiunque vive abbastanza a lungo da capire che abbiamo paura di morire non perchè vorremmo vivere e basta, ma perchè ci sembra sempre poco il tempo che abbiamo avuto per dimostrare chi siamo in primis a noi stessi.
Perchè se non pensiamo di poter lasciare il segno, vanifichiamo ogni sforzo, e morire ci sembrerà non essere mai nati.

La gloria oggi è lasciare il segno nella vita di qualcuno, andar via di scena sapendo di aver avuto un ruolo imprescindibile dagli altri personaggi. Per una mamma è aver raggiunto la massima realizzazione coi figli, per un anziano aver vissuto abbastanza da aspettare col sorriso.

È questo il nostro fine ultimo, il motivo per cui esistiamo. Perchè siamo inutili stelle destinate a spegnersi, ma ognuno ha la sua stella, quella che sognerà tra mille altre.

-Chiara Manicone




Commenti

  1. Bravissima, complimenti! È stata una bellissima lettura affascinante, mi ha preso molto. Secondi stupendamente spesi a leggerti! :)

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  2. Bellissimo. Solo che il finale sembrava una tipica frase detta da ragazzine idiote,cosa che da quanto si legge prima non sembra tu sia. Complimenti.

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  3. Ti spiego: mi sono accorta della 'banalità' del finale, per certi versi voluta. Ho sentito mia quella frase, nonostante sia l'eco di frasi simili che sono già state usate. Ma dal momento che sono io a scrivere quelle parole, di getto e nel tentativo di concretizzare immagini che mi passano nella mente, ho immaginato che sia effettivamente così. Immagino sul serio un cielo stellato, quel cielo di cui parlava Omero e quello stesso cielo su cui ci soffermiamo quanto siamo tristi. E ho immaginato la vita esattamente come una stella. Si forma, brilla, si spegne. Un mio amico mi chiedeva sempre 'qual è la tua stella preferita?'. Difficile scegliere tra miliardi di stelle, ma ce n'era una a cui affidavo tutto ciò che di bello avevo vissuto o volevo vivere, così da creare un legame con me stessa. Ecco perchè ho scritto che 'ognuno ha la sua stella', per me significa davvero questo. Ognuno dà alle persone un valore diverso, ciascuno di noi è la stella di qualcuno credo, come quella stella lo era stata per me.

    P.s. Grazie mille per i complimenti!

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  4. (In ogni caso mi farebbe piacere sapere chi sei, magari potremmo confrontarci su questi temi un giorno!)

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