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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

AF-FIDARSI

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'Siamo il risultato di quello che abbiamo vissuto' è una frase che tutti hanno letto almeno una volta nella vita. La prima volta che la lessi pensai subito alla fiducia. Non è semplice fidarsi di qualcuno, soprattutto se quello che abbiamo vissuto ci ha fatto un po' 'disabituare'. O forse perchè essendo abituati al 'tutto e subito' imposto dalle tecnologie, i rapporti umani sono diventati 'liquidi'. Tendiamo piuttosto a trattarci come se fossimo prodotti e con lo stesso criterio scegliamo le persone della nostra vita che irrimediabilmente 'buttiamo via' quando non servono più. Ma capita anche di imbatterci in qualcuno con cui realizziamo un certo percorso nella nostra vita e che ci insegna cosa significa condividere esperienze e sorrisi. Qualcuno che inevitabilmente ci fa capire che FIDARSI dell'altro è soprattutto avere il coraggio di AFFIDARSI all'altro. Affidarsi significa pensare 'io mi consegno a te in tutta la mia f

Vivrei con degli auricolari nelle orecchie e la musica nella testa

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Forse dovremmo vivere con degli auricolari nelle orecchie e la musica che ci piace. Sono superflui i rumori della città, i clacson, le urla, i motori, il continuo vociare che ci accompagna un po' dappertutto in giro. Dovremmo vivere con la nostra canzone preferita nella testa, magari una allegra o che ci faccia pensare, un po' a seconda delle situazioni. Diventerà la colonna sonora di una passeggiata, e poco alla volta apprezzeremo il silenzio del mondo, valorizzeremo dei colori o dei movimenti, sentiremo dei profumi che ricorderemo, e ci verrà da sorridere pensando a quella canzone. Magari ci verrà anche da ballarla quando il resto del mondo sarà troppo assorbito dalla frenesia della routine; noi invece vorremo urlare e correre o camminare col vento che ghiaccia le lacrime, in una realtà che diventa la nostra microdimensione per un istante. E ci sembrerà di essere i protagonisti del mondo, di essere il bianco in un mare di colori e l'insieme stesso di colori, energ

Più si scrive, più ci si capisce?

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Non so se esiste il termine 'metascrittura' come esiste quello 'metaletterario', so solo che 'meta' in greco significa dentro e quindi la metascrittura dovrebbe essere la scrittura che parla di se stessa. Questo post voglio che sia un omaggio a una delle arti più belle: scrivere. Per quante persone è una perdita di tempo, la noia della grammatica da studiare. Per me è l'incastro armonico tra parole e lettere, il modo migliore per mettere alla luce se stessi. PIÙ SCRIVO, PIÙ CAPISCO ME STESSA. È questo che penso quando mi dedico a scrivere un po', il desiderio irrefrenabile di buttare giù lettere caotiche in un ordine speciale, se potessi sceglierei anche il loro profumo.  Scrivere significa liberarsi da ogni impulso, mettersi a nudo, riappacificarsi con sè ed entrare in un'estasi tale da iniziare per continuare senza sosta, per poi tornare in sè e meravigliarsi delle parole. PIÙ SCRIVO, PIÙ CAPISCO ME STESSA. È il mio cavallo di batta

Che cosa sono le nuvole?, si chiede Pasolini

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'Siamo un sogno nel sogno' perchè il primo sogno siamo noi in quanto dubbia esistenza, e viviamo in una vita che solo illusoriamente ci sembra di vivere, alla fine forse c'è un percorso che dritto o storto siamo costretti a seguire, come delle marionette. Vedevo un film di Pasolini, ispirato all'"Otello" di Shakespeare e più che altro completamente reinterpretato. Il tutto si svolge in un teatro, l'ambiente della finzione e delle maschere per eccellenza; i personaggi sono marionette e alla fine il pubblico distrugge i due personaggi principali per dare alla tragedia un lieto fine. Che interpretazione dare? Possiamo pensare di vedere nelle marionette la condizione dell'uomo? Quante volte ci siamo sentiti completamente in balia della nostra coscienza? Una coscienza che alle volte ci ha distrutti. 'La verità scompare appena la si dice ad alta voce', dice Pasolini, quasi come se attraverso l'ammissione di qualcosa a noi stessi ci ri

Logiche introspettive

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E se vi trovaste a parlare a voi stessi? Arriva l'adolescenza e noi ragazzi siamo come le foglie, è il vento che abusa di noi, che ci porta altrove, che ci abbandona sul tetto di una casetta di campagna o sul marciapiede di un paesino sconosciuto. E il vento è una specie di caso che guida la nostra vita finchè in mezzo a tanta dinamicità ci fermiamo per la stanchezza. Ma ci fermiamo non fisicamente, è proprio quello il guaio. Possiamo ballare, cantare, scrivere sui muri, passeggiare, leggere, dipingere, vestirci o prendere il sole, c'è sempre qualcosa che resta fermo in attesa di essere considerato: quell'io vorace che ci risucchia le energie mentali a tal punto da farci viaggiare così tanto da essere esausti stando fermi. Allora ecco le mille domande esistenziali che ci colgono così alla sprovvista che ci chiediamo se abbiamo noi tanta fantasia o se sia mai possibile pensare certe assurdità. Ed così, quasi ridendo, la mente diventa la nostra peggior nemica che, non c

Kafka: La metamorfosi dell'io nel rapporto padre-figlio

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Ci sono certi libri che sono impossibili da capire senza aver mai letto la vita dell'autore. E uno di questo è il capolavoro di Kafka, l'equilibrio tra realtà e paradosso. Chi svegliandosi e riscoprendosi un insetto, cerca di mandare avanti comunque la sua vita senza un minimo di autocommiserazione? Magari chi si sente già un insetto e non è certo il cambiamento nell'aspetto a far maturare  questa consapevolezza. Kafka ebbe un rapporto difficile col padre, debole il primo quanto era forte il secondo, tanto da farlo sentire costantemente 'diverso'. "Avrei avuto bisogno di un po' di incoraggiamento, un po' di gentilezza, che qualcuno mi aprisse un po' il cammino, mentre tu me lo sbarravi, anche se con la buona intenzione di farmene seguire uno diverso", scrisse Kafka quando ormai si rese conto che il padre aveva proprio ragione a credere che il figlio fosse un inetto, dal momento che le continue critiche lo avevano ormai trasformato i

-Strobe: un inno a Lui-

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'Strobe' è una di quelle canzoni che mandano in trip il cervello. Mi fa sentire sott'acqua dove tutto si amplifica e diventa onda, quell'onda che accarezza e spezzetta i raggi del sole che sulla superficie fanno comparire tante piccole stelline. Una di quelle canzoni che fanno pensare e a me sinceramente la malinconia fa pensare a qualcosa di bello. I suoi abbracci, i suoi baci, i suoi occhi, un'armonia che rilassa, un'insieme di note che intrecciandosi danno vita ad una melodia, la melodia della vita, una parte della Nostra. Stavo pensando, è Unico, è quella melodia lì, è l'acqua che fa perdere ogni consapevolezza, rimane solo quella di essere infinitamente piccoli in confronto ai colori, alla musica, alle emozioni, ai sorrisi. Non ci resta che fonderci con essi, per diventare ancora più piccoli. -Chiara Manicone