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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

L'unico modo per liberarsi di un'abitudine è cedervi

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" La mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. " Il Piccolo Principe e i legami. Addomesticare . Che parola strana. Antoine l'ha definita 'creare dei legami', un po' quello che il Principe fa con la volpe e che noi facciamo con i cani. Spontaneità . Magari all'inizio, poi ci si accorge che un qualsiasi rapporto richiede costanza e impegno, proprio come prendersi cura di un cucciolo . Unicità . Perchè siamo tante anime che si tendono la mano creando un filo invisibile, intangibile, quasi inesistente, sottilissimo e ruvido al tatto perchè si sa, le difficoltà sono tant

Le paure sono draghi, noi siamo i cavalieri

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"Forse non ho ancora capito che amare significa anche mettersi da parte ; credo piuttosto di aver imparato finora egoisticamente a chiudermi nelle mie paure senza che potessero diventare punti di forza per migliorare. Ho preferito dire 'ho paura' piuttosto che fare qualcosa per continuare con un 'peró so che non ne vale la pena' . Ho ereditato dalle esperienze passate la sensazione di paralisi che si prova quando qualcuno ci ferisce, dimenticando col tempo che quando arriva quella persona che fa star bene bisogna ricominciare da zero mettendo da parte il passato e chi ne ha fatto parte . Noi siamo il risultato di quello che abbiamo vissuto, ed  è giusto che rimanga un nostro problema senza che ricada sull'altro. In modo egoistico mi sono incattivita e ho trasformato le paure in paranoie che costantemente mi attaccano il cervello prosciugandomi le energie. Ho eliminato la parola serenità dal Noi perchè essere costantemente sfiduciati e insicuri significa

Le contraddizioni della società ovvero degli adulti

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A 17 anni la prima realtà che conosci non è quella vera, quella in cui sbagli e devi vedertela da solo. Vivi in una situazione che rappresenta una micro società di cui si iniziano a capire i primi meccanismi per essere poi catapultati direttamente nel mondo dei grandi. Gli stessi che consigliano di leggere Pirandello perchè non c'è nulla di più vero di una società che indossa le maschere più colorate e oscene. Educano all'autenticità in un mondo che insegna a badare all'apparenza piuttosto che alla sostanza, il mondo va in un verso e 'loro' remano contro. Oppure somministrano la lezione dei classici a piccole dosi anno per anno e finiscono per essere le marionette nelle mani di un burattinaio. Predicano che a scuola bisogna imparare le lezioni di vita, quelle che aiutano a crescere, e poi danno il peggior esempio che si possa avere. Riempiono i discorsi in pubblico di citazioni, proverbi e frasi fatte presentandosi come i paladini della morale, eppure dimostrano com

Chi sono?

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Sono costretta a scrivere chi sono a partire da uno spazio completamente bianco, ma soprattutto a parlare di qualcosa che non so. Paradossale? Ho 17 anni, sono di Matera e ho un'indescrivibile passione per quella scrittura spontanea che non richiede troppe revisioni e correzioni. Francamente non so se vi interessa sapere cosa adoro mangiare o il mio look quotidiano, non me lo sono mai nemmeno chiesto. Nel caso in cui vogliate sapere un'altra delle mie passioni, beh direi la filosofia. Quella capacità di entrare nella psiche umana e analizzarla da lontano per cercare di cogliere ogni aspetto della vita. Ah, adoro la filosofia greca e la civiltà in genere, ci ha dato molto da imparare. Tornando all'amore per la scrittura direi che non è nuovo, sono sempre stata affascinata dalla danza armoniosa e a volte imperfetta di lettere che generano parole dolci, perfette, vive e talvolta aspre, sibilanti, vuote. Ho come l'impressione di innamorarmi di parole che mi

Vivere sempre in una bolla di sapone ci rende molluschi, non squali.

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Oggi la prof ha fatto uno di quei discorsi per cui viene spontaneo battere le mani e sperare che la scuola non fallisca ancora una volta nel suo compito educativo. Ci insegna infinite nozioni e in questo risponde il più delle volte alla scelta che abbiamo fatto della scuola superiore, ognuno in base alle proprie attitudini. Impariamo a svolgere i logaritmi esponenziali, a coniugare il passato remoto di 'cuocere', l'andamento matematico dell'economia o le declinazioni dei sostantivi tedeschi, ma è raro incontrare quei professori capaci di andare al di là delle informazioni da memorizzare e insegnare piuttosto a vivere . Perchè alla fin fine è questo quello che serve, sapersi aprire uno strada, uno spiraglio, un varco nell'infinità di attimi che abbiamo a disposizione da quando apriamo gli occhi . Si sceglie, si ride, ci si sposa, si colleziona un'infinità di momenti finchè non si raggiunge l'ultima pagina del libro della vita, ma ci si por

Risposte in offerta da una società generosa

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La società edifica e demolisce. Edifica certezze facendo apparire le cose come perfette e ideali, plasmando le reazioni agli eventi e controllando le nostre scelte, ma contemporaneamente ci nasconde parte della verità tanto che non sappiamo più se credere a ció che vuole farci credere o al nostro giudizio. La maggior parte della gente crede e basta perchè è più facile. Porsi tante domande, affaticare la mente con tanti dubbi richiede l'impegno di dare delle risposte. Siamo presi da una routine sempre più frenetica che riempirci di interrogativi è l'ultima cosa di cui ha bisogno il nostro cervello. Gli input della società corrispondono a ció che in piccolo sono i dubbi che costantemente attaccano la nostra coscienza come dei pesciolini in un acquario. E noi siamo sempre gli stessi, automi stressati che non hanno nemmeno il tempo di riflettere alla fine della giornata.  Sì, perchè riflettere significa distruggere le verità preconfezionate che ci educano ad assor

Crediamo perchè non possiamo farne a meno

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Quando lessi per la prima volta Lucrezio e Orazio capii perchè l'epicureismo piaceva così tanto, sfoggiava la sua razionalità in modo che l'uomo rimanesse in degli schemi di certezze . La vita era un insieme infinito di goccioline o atomi che potevano incontrarsi e formare un fiore, un corpo, una mont agna, una sedia; dividersi e il nulla . L'esistenza era precarietà ed esisteva il destino come meccanismo di un cosmo che rispettava regole così precise da rendere indolore la morte, la naturale liberazione di quelle goccioline.  Così l'uomo epicureo sapeva di avere un'esistenza limitata e lo accettava perchè era l'ingranaggio del mondo a determinare l'esistenza e lui era schiavo di qualcosa che non dipendeva da nessuno. Non pregava nè credeva in un Dio clemente e misericordioso, ogni cosa era riconducibile al caso. Mi piacque tanto questa teoria, tutto ció che è razionale puó essere ben accettato e porta l'uomo in un certo stato di assuefazione