Le paure sono draghi, noi siamo i cavalieri

"Forse non ho ancora capito che amare significa anche mettersi da parte; credo piuttosto di aver imparato finora egoisticamente a chiudermi nelle mie paure senza che potessero diventare punti di forza per migliorare. Ho preferito dire 'ho paura' piuttosto che fare qualcosa per continuare con un 'peró so che non ne vale la pena'.

Ho ereditato dalle esperienze passate la sensazione di paralisi che si prova quando qualcuno ci ferisce, dimenticando col tempo che quando arriva quella persona che fa star bene bisogna ricominciare da zero mettendo da parte il passato e chi ne ha fatto parte. Noi siamo il risultato di quello che abbiamo vissuto, ed  è giusto che rimanga un nostro problema senza che ricada sull'altro.

In modo egoistico mi sono incattivita e ho trasformato le paure in paranoie che costantemente mi attaccano il cervello prosciugandomi le energie. Ho eliminato la parola serenità dal Noi perchè essere costantemente sfiduciati e insicuri significa rottura dell'equilibrio, non sorriso. Ho permesso che le paranoie diventassero enormi fino a terrorizzarmi, aspettando che venissero distrutte e trasformate in cose senza senso, ma ho anche pensato <<So che non farai il cavaliere che combatte il drago in eterno, prima o poi rinuncerai e dovró fare i conti io, coi draghi.>>, sperando di non esserlo un giorno.


Ho imparato ad essere impaziente perchè ho urlato così tanto da perdere la voce e nessuno mi ha sentito, ritrovandomi sola in un angolo a cercare in me la forza di rialzarmi. E non riesco a perdonarmelo, porto ancora le cicatrici in un presente in cui c'è chi vuole trasformarle in tatuaggi bellissimi senza chiedere nulla in cambio.

Ho lasciato che la gelosia si nutrisse di ogni cellula del mio corpo pur fidandomi: era troppo il terrore di essere abbandonata e perdere una persona importante, di nuovo. Pian piano è diventata nebbia sul rapporto, si è sparsa, è entrata in ogni angolo e in ogni bel ricordo, minacciando persino il nostro passato."

Si può sempre cambiare nella vita quel qualcosa di sè che è latente ma che non ha ragione di esistere nel presente ed evitare così di distruggere ciò che di bello è stato costruito. Si può sempre valorizzare quello che ci dà l'altro e che può essere anche il nulla, almeno è spontaneo. Si è sempre in tempo per arrivare ad una scelta o basta dire <<Non ne vale più la pena.>>.

Commenti

Post popolari in questo blog

Che cosa sono le nuvole?, si chiede Pasolini

Logiche introspettive

L'unico modo per liberarsi di un'abitudine è cedervi