Solo un appello a 'carpere' il diem per davvero

Siamo davvero capaci di "vivere l'attimo" come filosofi, scrittori e chiunque abbia vissuto troppo a lungo ci esorta a fare? Il 'carpe diem' che siamo abituati a scrivere senza capire cosa significhi o a ripetere talvolta il modo ironico potrebbe essere davvero una meta? Più vado avanti nella letteratura e nella filosofia, più leggo di gente che arrivata ad un certo punto della sua vita consiglia di godersene ogni pezzettino, quasi come monito a tutte le difficoltà che chiunque deve affrontare più o meno presto.
E il paradosso è proprio che fin quando l'uomo sta bene ed è felice morirebbe pure, è appena vive i momenti di massima difficoltà che in modo nostalgico si sente di dire 'bisogna vivere la vita e qualsiasi cosa ci offre perchè tutti arriveremo al capolinea'.
E allora l'uomo è capace di carpere il diem? Siamo davvero capaci o rimarrà solo la frase topica di grandi personaggi e uomini quotidiani?

Io credo che l'uomo esorti gli altri a fare ció che lui avrebbe voluto quando era ancora in tempo e a cui pensa con rimpianto, facendo questo il minimo comune multiplo  di tutti gli uomini: tutti disperatamente urlano di respirare la vita eppure chiunque lo realizza troppo tardi. Forse non è scritto nel DNA dell'uomo far tesoro di tutti i piccoli momenti che ha a disposizione per vivere e riscoprire così che la serenità è anche riempire la vita di appuntamenti e uscite e progetti e idee.

Non lasciamoci un attimo di respiro ora in una vita che è così imprevedibile da distruggere qualsiasi certezza, e creiamone di nuove, osiamo, sbagliamo, sognamo, persino prendiamoci il nostro tempo per aspettare, ma non dimentichiamoci che la vita vissuta è quella in cui si evitano le attese.

-Chiara Manicone


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