Come vetro in frantumi

C'è un momento in cui i vetri della stanza vanno in frantumi e sembra che se ne freghino della loro fragilità, si ritrovano semplici pezzi taglienti. E ci arrabbiamo con quei poveri vetri, quasi abbiano voluto farlo di loro spontanea volontà, trascurando l'infinità di piccoli ultrasuoni che costantemente li hanno bombardati per anni.
Così all'improvviso ci si ritrova soli in una vita che richiede la nostra presenza in infiniti posti contemporaneamente, a scuola, con la famiglia, nei malintesi con gli amici.

Pascal ci avrebbe condannati tutti. Quanto più l'uomo cerca di evadere dal pensiero della vuotezza della sua vita, tanto più egli stesso diventa oggetto di critica. Eppure l'uomo è fatto proprio così, avverte la necessità di essere felice soprattutto quando si annoia, perché la noia si sa che porta a sezionare i pensieri e ingigantire le paure.

Singhiozzava al telefono e immaginavo lei in un corpicino così fragile e molle e gli occhi pieni di paura. Quella paura che non è altro che consapevolezza di quanto è ineluttabile il film della nostra vita che inevitabilmente, come tutti i film, ha una conclusione. Più o meno bella direi, questo sta a noi

Vedi Pascal, a volte la gente ti dà ragione a concentrarsi troppo sui suoi problemi, ma non è forse un male o vedendolo gli faresti un sorriso ugualmente? 

Siamo esseri bombardati costantemente da ultrasuoni finché non ci riscopriamo un'infinità di pezzi taglienti per chi  ci sta attorno, eppure conviviamo con il pensiero di quanto sia spaventoso il fascino dell'esistenza.

-Chiara Manicone


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