Dio secondo noi

Siamo in un'età così critica, quale quella adolescenziale, in cui mettiamo in dubbio anche l'esistenza di Dio, oltre a miliardi di sentimenti che ci scatenano uno stato di vulnerabilità e confusione perenne.


Ci si confrontava, e un mio amico mi ha scritto: 'L’uomo ha davvero bisogno di un Dio? Credo che non ci sia, per l’uomo, un bisogno assiduo di una figura che chiamiamo Dio. Innanzitutto, parliamo di un essere, o meglio direi di una cosa creata da noi fino a prova contraria, e di prove contrarie non ne abbiamo, quindi diamo per buona questa ipotesi. Essendo stato creato dall’uomo, e non me ne vogliate se credete il contrario, serviva e serve ancora tutt’oggi per uno scopo preciso. Dio ci serve nei momenti di difficoltà, Dio è speranza, ma non una speranza qualunque, è il prolungamento di una speranza. Quando la realtà spezza il filo della speranza, Dio fronteggia la disperazione, legando quel filo dove ormai non c’è più nulla. Ma il nodo che tiene legato il filo della speranza con il nulla è un legame di pura fantasia e di un disperato desiderio. Di fronte a tanta impotenza serve qualcuno che pur non essendoci,illuda di esistere permettendo il proseguo di un sogno immerso nella disperazione.'.

Sono molto d'accordo con lui perchè credo anche io che Dio sia un prodotto dell'uomo che sente il bisogno più che di affidarsi ad un essere superiore nel quale nutrire una speranza sviscerata, di credere che la vita non termini con la morte del corpo.

   Dio diventa speranza quando ci si accorge di dimenticarsi di pregare alla sera e di pensarci nei momenti più difficili; allora Dio ci sembra quell'uomo anziano con la barba che dall'alto ci fa un sorriso e ci guida attraverso un percorso.

  La mia professoressa diceva spesso che bisogna cercare sempre Dio, non solo nel bisogno, ma come spiegarle che desideravo solo che Dio trovasse me perchè volevo credere ma non ci riuscivo? Voglio credere perchè Dio diventa quel motivo per accettare la morte sapendo che non è tutto finito altrimenti quanto misera sarebbe l'esistenza umana?

  Ci nutriamo di Dio presi dal desiderio di essere immortali, e in questo l'uomo non è cambiato dalla mela di Adamo spinto dalla voglia di eguagliare la conoscenza divina.
E condivido anche la visione di Dio come proseguo di quella speranza che la realtà non puó più garantire, il parallelismo con la ragione oltre la quale puó solo la fede. Ed è vero.
Come poter credere a qualcosa di irrazionale? Solo attraverso la fede.
 

Walter, forse non ne abbiamo abbastanza.

- Chiara Manicone

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