È una coincidenza che la parola 'mancanza' abbia troppi spazi vuoti?

Si insegna che abbassare la guardia non è conveniente se si gioca a scacchi, se si fa scherma o nel caso di qualsiasi sfida. Ma nessuno ci dice che la vita è tutta una sfida in cui se si abbassa la guardia si viene sommersi.
Da cosa? Non lo so, chiunque ora lo stia leggendo sta pensando a ció che gli fa sentire un peso sul petto quando apparentemente va tutto bene. 

Sì, va tutto bene perchè ognuno di noi sta avendo proprio adesso la sua rivincita, ognuno sta pensando che essere felici è un diritto e ognuno sta pensando che magari non è nemmeno così ma crederci lo stesso è metà dell'opera.
 Ma c'è qualcuno che pensa ancora che la mancanza è quel peso schiacciante sul petto e che non basta essere ottimisti perchè vada tutto bene? La mancanza rimane, non è la rivincita sulla nostra vita che la assottiglia fino a farla sparire.
La mancanza è l'inconscio che torna a galla quando meno ce lo si aspetta, avrebbe detto Freud. La mancanza è ció che cerchiamo, diceva Platone.

Chi più chi meno, ci interroghiamo tutti su quale sia il peso della mancanza.
Soffermatevi sulla parola, sulle lettere, sui rigonfiamenti delle A e sui semicerchi delle N, della M e della C, e ancora sul zig-zagare della Z. Non è vero allora che la mancanza è incompletezza, così piena di spazi vuoti?
È un ossimoro la mancanza, è eterna ricerca.
Di cosa? Di completezza, serenità e stelle fisse. 

-Chiara Manicone



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